La relazione madre - figlio, madre - figlia

La relazione madre-figlio, madre-figlia

Le relazioni importanti non finiscono mai

La relazione madre-figlio, madre-figlia non finiscono mai di esistere; lasciano tracce che si incidono nella vita di ciascun soggetto. Espressioni, gesti, modi di dire, pensieri del padre o della madre che in certi momenti riecheggiano, riappaiono in noi, indicando  che qualcosa di ciò che abbiamo ricevuto, introiettato, dall’altro è diventato parte costitutiva di noi.

Le tracce dell’Altro

Tracce che, seguendo il filo della consapevolezza, ci hanno sicuramente segnati, probabilmente interrogati, e forse, infine, oggetto di una nostra soggettiva e creativa elaborazione. Processo che con effetti e incidenze diverse avviene sia a livello conscio che inconscio.

Le relazioni importanti, quelle che hanno marchiato la nostra soggettività, e hanno contribuito a far sì che noi siamo quel che siamo, non cessano di esistere dentro di noi. Quando integrate e rielaborate soggettivamente producono una pacificazione con l’altro – estesamente l’Altro di tutto ciò che è risuonato intorno a noi –  che ha inciso inevitabilmente e necessariamente nella costruzione della nostra storia.

Quando è carente l’elaborazione soggettiva

Differente è quando la relazione significativa non finisce mai, nel senso che non giunge ad una rielaborazione soggettiva e riappacificante con l’altro – genitore o esercente la funzione – che ha marchiato la costituzione del soggetto. Qualcosa di determinante rimane sospeso tra l’uno e l’altro, tra il genitore – ormai non più quello della realtà ma quello incorporato – e il figlio, o la figlia.

Qualcosa di questa relazione rimane aperto, non integrato nella dinamica psichica e affettiva ma perdura nel tempo e si impone sul soggetto nel suo ripetersi insensato.

La relazione madre-figlio, madre-figlia

La relazione madre figlia ne è uno degli esempi più chiari. In essa si evidenzia la complessità di questo vitale rapporto. Una relazione mai finita.

Questa dinamica di sospensione, di apertura non elaborata è presente sia nella relazione madre-figlio, sia in quella madre-figlia ma è soprattutto in quest’ultima che essa assume una trama più intricata e complessa. Non che quella tra madre e figlio non presenti difficoltà, o particolarità sue proprie. E’ evidente a tutti quanto questa relazione sia strutturante e incidente nella storia individuale del soggetto maschio e di quale capacità di presa, di aggancio, essa sia portatrice nei confronti della vita del figlio ma la sua dinamica e le pulsioni e i desideri in essa in gioco sono piu facilmente isolabili e riconoscibili.

Nostalgia e recriminazione

Diversa è la situazione del rapporto madre-figlia, dove la sospensione data dalle questioni così dette non risolte è un intreccio di opposti, dove l’ambivalenza gioca un ruolo importante.

C’è differenza nell’uomo e nella donna di fronte a questa realtà.

Una delle fondamentali questioni sospese del figlio diventato uomo è la seguente: nessuna donna al mondo sarà mai come mia madre.

Viceversa, una delle fondamentali questioni sospese della figlia diventata donna è questa: credevo che mia madre fosse la donna migliore al mondo.

La relazione madre-figlio lascia tracce di elegia, di nostalgia, di rimpianto, mentre la relazione madre-figlia porta con sè strascichi di ammirazione e al tempo stesso di rivendicazione.

La questione fondamentale

E’ chiaro a tutti che la realtà delle relazioni madre-figlia e madre-figlio, siano ben più articolate nelle loro possibili combinazioni. Nell’uomo, però, sono più evidenti le tracce di un attaccamento alla madre,  della fatica a staccarsi da essa, che ha i sigilli della nostalgia e del rimpianto,

Nella donna invece il distaccarsi affettivo dalla madre ha connotazioni diverse. Non lo è quasi mai nell’ordine del rimpianto, piuttosto in quello dell’amore deluso, del rimprovero alla madre. Rimprovero che assume diverse forme e manifestazioni e che tocca vari aspetti della loro storia relazionale ma che può essere riassunto, in ultima analisi, alla recriminazione che la figlia volge alla madre per non averle spiegato cosa è, come deve essere, cosa fa di un essere parlante, una donna.

Domanda alla quale è possibile rispondere ?