funzione paternaIntrodurre la funzione paterna è semplicemente fare in modo che la madre desideri altrove rispetto al figlio,  e che nel far ciò si renda in un certo modo “assente”, costringendo il figlio a desiderare in altro luogo diverso dal suo.

E’ così che prende forma il desiderio che è elemento fondamentale di salvezza, perché è la via attraverso la quale il bambino si forma e si costituisce come soggetto.
Essere soggetto significa desiderare in modo autonomo da ciò che l’altro, la madre, soprattutto, desidera.
Operazione non facile perché significa rinunciare al sogno di onnipotenza e di unicità che il rapporto madre-figlio aveva stabilito.

Altri definiscono questa evoluzione come la perdita del paradiso terrestre. Un luogo mitico, costituito dalla simbiosi madre-figlio, nel quale il bambino si sente totalmente appagato.

Situazione certamente necessaria ed utile nella prima parte della vita del piccolo ma che può diventare fonte di grandi difficoltà, se protratta nel tempo,  ai fini della costituzione del bambino come soggetto autonomo e desiderante. Un soggetto cioè che desidera in proprio, non in modo vicario, ciò che l’altro materno desidera.

Operazione dicevo non facile perché desiderare in proprio significa staccarsi dalla madre e dalla gratificazione che il bambino riceve da questo rapporto. Rapporto che ha come contraltare, nel caso tenda a protrarsi nel tempo e a diventare esclusivo, il rischio dell’intrappolamento alienante del bambino.

Significa che questi fatica a costituirsi come soggetto perché resta “preso nel desiderio dell’altro”. Cioè, non riconosce il proprio desiderio ma lo aliena a quello dell’altro.
Il fatto è che, come ho detto, per il bambino separarsi e cercare altrove significa perdere il paradiso terrestre anche se esso ha cominciato ad assumere l’aspetto di una prigione dorata e soffocante.

Significa, inoltre e soprattutto, rinunciare all’illusione onnipotente di essere colui che completa la madre e che la soddisfa totalmente nei suoi bisogni e desideri.

Va da sé che ciò che la madre fa, o non fa, e ciò che il padre, o colui che ne svolge la funzione, fa o non fa, diventa determinante per il futuro del bambino e per il suo costituirsi come soggetto.
E’ necessario quindi che la madre desideri altrove, non solo nella direzione del bambino, e che il padre svolga la sua funzione di elemento di attrazione e di desiderio della madre, disilludendo amaramente il figlio della sua capacità di completare e colmare la madre.

“Presa di coscienza” amara e dolorosa ma fondamentale per aprire alla vita il soggetto bambino. Si tratta di quella che viene chiamata la castrazione simbolica.

Operazione fondamentale, seppure dolorosa, e che Lacan definisce come “ciò che il padre porta in dono al figlio”.

Risiede in questa operazione il prodursi della funzione paterna.
Torneremo comunque su questo argomento.