fiducia in se stessi

La fiducia in se stessi

Il filosofo Ehrenberg sostiene che depressione, ansia e stress sono il frutto della democrazia, ed aggiunge:

“gli individui hanno bisogno di aver più fiducia in se stessi, perché più si è padroni di sé e meno si subisce la società”.

Affermazione condivisibile ma ingannevole perché sollecita l’individuo ad incentrare ancor più l’attenzione su di sé, sul proprio ego, alla ricerca della propria illusoria potenza.

Questo è proprio vero oggi, immersi come siamo nella cultura dell’apparenza, quando è continuamente incentivato il sentimento di autosufficienza.

Ciò è dimostrato dalla diffusione di corsi sull’empowerment, sull’autoefficacia e su dinamiche della mente che puntano proprio sulla promessa di diventare padroni di sé.

Il fatto è che per acquisire una autentica fiducia in se stessi, occorre passare attraverso il senso della propria impotenza, del limite, o, con termine psicoanalitico, della castrazione.

Ciò che oggi, invece, si tende a fare è fornire sostegni posticci, pronti-interventi dell’Io. Strumenti che di fatto sostengono l’illusione della propria autocreazione, annullando le domande del soggetto su ciò che lo inquieta o lo fa star male.

E’ infatti l’assenza di una domanda, o la difficoltà a farla emergere, l’elemento tipico della clinica psicologica contemporanea.

E sovente, anche quando un elemento sintomatico è riscontrabile, questo non interroga il soggetto; egli non ne vuole sapere. Chiede solo che il suo male, quasi fosse un mal di denti, se ne vada. Come se il disagio psicologico che lo fa soffrire fosse qualcosa di generico e non qualcosa che lo chiama in causa personalmente.

Per queste ragioni sostengo che la giusta incitazione di Ehrenberg alla padronanza di sé come difesa contro il potere della società democratica, possa essere ingannevole. Proprio perché suppone individui che abbiano assunto in pieno la propria condizione, la propria limitatezza e di conseguenza anche le proprie potenzialità.

Viene da considerare, piuttosto, che l’effetto della democrazia sembra essere quello di sollecitare l’ego dell’individuo, la sua unicità …per poi metterlo in fila al centro commerciale, pronto ad acquistare l’ultimo prodotto pubblicizzato.

Proprio per essere unico, padrone di sé stesso, cioè il più possibile identico agli altri.