ansia, depressione, attaccho di panico, disturbo alimentare

IL CONFINE E L’IO: ANSIA, DEPRESSIONE, ATTACCHI DI PANICO  ?

IL CONFINE E’ NECESSARIO (parte 2°)

La sofferenza psichica nelle sue manifestazioni di ansia, depressione, attacco di panico e disturbi alimentari che relazione ha con il tema del confine, inteso come delimitazione dell’Io ?

Dunque il confine, inteso nella sua valenza psichica. Spazio che delimita, separa e definisce. Che cosa ? Un’identità ? Un Io ? Lacan diceva: pazzo è colui che si crede un re ma il re che crede di essere un re lo è ancora di piu’. Dunque un lavoro psicoterapeutico che miri a rafforzare l’Io funzionerebbe come il rifacimento della facciata di un edificio, o come l’intervento di risistemazione di qualche sua unità interna e non come una sua profonda ristrutturazione; un intervento cioè che rinnovi, consolidi, sostituendo e inserendo nuovi materiali e tecnologie, la struttura dell’edificio.

Occorre essere concreti e in certi momenti ci si può accontentare di ridare nuova forma esteriore a ciò che esiste ma occorre essere altrettanto realisti e chiari nel sapere che ciò non tocca profondamente il soggetto.

Certi interventi che promettono soluzioni rapide a disagi che investono l’essenza del soggetto, come nei casi di depressione, disturbi ossessivi, fobie di varia natura, nei disturbi d’ansia, o nei disturbi di personalità, agiscono sull’esterno della struttura, ritoccandola e adattandola nel miglior modo possibile al contingente, senza pertanto toccare il centro della questione che attanaglia il soggetto.

Può succedere perciò che dopo qualche tempo il disagio, il disturbo psichico, l’ossessione o l’attacco di panico si ripresentino, anche in forme diverse dalla loro prima apparizione. Come un edificio a cui è stata rifatta la facciata ma che è rimasto intatto nella sua essenza di struttura.

La struttura del soggetto

La struttura di un soggetto come quella di una casa non cambia; altrimenti parleremmo di demolizione, di abbattimento dell’edificio, tuttavia un lavoro analitico che si conceda quel poco tempo in più necessario ad avvicinarsi alle componenti costitutive del soggetto può permettere una ristrutturazione che, come nel caso di un edificio sottoposto ad un serio recupero edilizio, rimuovendo le cause profonde dia nuova possibilità di vita e di espressione di sé al soggetto.

Ritornando al tema del confine come spazio psichico e chiarito che l’Io, seppur necessario nel vivere quotidiano, è un elemento fittizio, di illusoria consistenza. Possiamo pertanto pensare che una funzione del confine, inteso come limite psichico tra il dentro e il fuori, l’interno e l’esterno del soggetto, tra l’Io e il Tu, sia quella di supporto a questa necessità quotidiana di definizione nella relazione con l’altro, nella definizione di spazi, di ambiti psichici che immaginariamente vengono pensati separati, in quanto delimitanti un dentro e un fuori da me.

Un dubbio, però, a questo punto emerge: il dentro e il fuori non esiste forse anche all’interno dello stesso spazio psichico del soggetto ? Il soggetto è un monolite, un pezzo unico coerente ?