disturbo di personalità borderline bergamoGli stati limiti attraverso la grafologia

In questa sessione espongo una sintesi dei risultati elaborati dalla ricerca condotta presso la Clinica Psichiatrica Cantonale di Mendrisio, in Svizzera, sul disturbo di personalità borderline e da cui ho tratto un articolo che è apparso sulla rivista Stilus, n. 7 nell’ottobre 2008.

Il disturbo di personalità borderline, “Etats limite” per i francesi, indica quella patologica psichica considerata, appunto, sul confine tra psicosi e nevrosi.

Non si tratterebbe di psicosi, in quanto i soggetti affetti da questo disturbo, pur presentando elementi di diffusione dell’Io e meccanismi di difesa piuttosto primitivi conservano nel complesso un esame di realtà ancora efficiente.

Allo stesso modo, non si tratterebbe neppure di nevrosi, in quanto i soggetti borderline mostrano una integrazione dell’Io che presenta diverse lacune e ricorrono a meccanismi di difesa meno evoluti di quelli utilizzati normalmente dai nevrotici.

Tratti caratteristici del disturbo di personalità emotivamente instabile – Tipo Borderline

L’ICD 10 classifica un generale “disturbo di personalità emotivamente instabile” che comprende due diverse modalità: F60.30 – Tipo Impulsivo, e F60.31 – Tipo Borderline.

Il Disturbo di personalità emotivamente instabile viene così descritto nell’ICD 10:

“ Si tratta di un disturbo di personalità caratterizzato da una chiara tendenza ad agire impulsivamente senza considerare le conseguenze. L’affettività è imprevedibile e capricciosa. E’ presente una tendenza all’instabilità emotiva ed un’incapacità a controllare le esplosioni comportamentali. Vi è una tendenza a un comportamento litigioso e ad entrare in conflitto con gli altri, specialmente quando le azioni impulsive vengono censurate o contrastate”.

Precisa, sempre l’ICD 10 che nella definizione del Tipo Borderline devono essere presenti, oltre agli elementi che definiscono in generale il disturbo di personalità, quelli caratteristici del Tipo Impulsivo e almeno due tra i seguenti fattori che specificano propriamente il Tipo Borderline:

  • disturbi e incertezze relative all’immagine di sé, agli scopi e alle preferenze interne (incluse quelle sessuali);
  • tendenza ad essere coinvolto in relazioni intense e instabili, portanti spesso a crisi emotive;
  • eccessivi sforzi di evitare gli abbandoni;- ricorrenti minacce o atti autolesivi;
  • sentimenti cronici di vuoto.

Questioni differenziali e strutturali

Complessa la questione dal punto di vista strutturale. Kernberg, psicanalista delle relazioni oggettuali ha una posizione di tipo evoluzionistico. Infatti inserisce la psicosi all’interno del primo anno di vita, l'”Organizzazione borderline di personalità”, tra i nove mesi e i tre anni di età, e i disturbi nevrotici e le patologie nevrotiche, dopo quel periodo, alla fine della fase edipica, quando il soggetto mette in atto meccanismi di difesa piu’ evoluti.

Diversi autori, vicini alla psicologia dell’Io, sostengono che la patologia borderline si sviluppa in uno stadio molto precoce e trae origine nel fallimento, o nell’intensità del conflitto che nei primi due anni di vita il bambino sperimenta nel rapporto con la figura materna.

Ciò porterebbe a sviluppare relazioni oggettuali narcisistiche, con difficoltà a mantenere un’identità stabile di sé ed una difficoltà a distinguere interno ed esterno, senza, però, giungere a deteriorare l’esame di realtà come avviene nelle psicosi.

Vi è infine, una altra posizione, sempre in campo psicanalitico ma facente capo all’orientamento lacaniano, secondo la quale, l’esperienza soggettiva della sofferenza psichica è riconducibile a tre tipologie di struttura: la psicotica, la nevrotica e la perversa.

Tutte le patologie derivano da esse, ed anche le manifestazioni moderne del disagio psichico, come ad esempio gli attacchi di panico, i disturbi alimentari e naturalmente il disturbo borderline, non sono altro che la riedizione attualizzata di patologie già clinicamente definite.

Pertanto il disturbo di personalità borderline non esisterebbe come ambito a sé stante ma sarebbe di volta in volta riconducibile alla struttura nevrotica o a quella psicotica.

Interpretazione grafologica dei criteri diagnostici del disturbo di personalità borderline

Unendo i risultati di diversi studi di diverso orientamento (psicanalisi, psicologia dell’Io, delle relazioni oggettuali, cognitivista) alla classificazione dell’ICD 10 e del DSM IV, possiamo riassumere nei campi indicati nella tabella gli elementi identificativi del disturbo borderline, attraverso i quali successivamente procederò all’osservazione grafologica.

Ho preferito per questa esposizione seguire questa linea ritenendola piu’ stimolante, rispetto alla presentazione di una lunga serie di dati statistici e tabelle (peraltro raccolte e disponibili) sulla frequenza e qualità dei segni grafologici riscontrati nel campione di studio.

Impulsività – Impulsività – Passaggio all’atto – Tendenza ad eccessi di collera o violenza, con incapacità a controllare le conseguenti esplosioni – Comportamenti devianti Sentimento di vuoto – Depressione – Sentimenti cronici di vuoto – Diffusione dell’Identità – Angoscia Relazioni instabili – Relazioni fuggevoli e problematiche – Tendenza ad essere coinvolto in relazioni intense e instabili con crisi emotive – Comportamenti sessuali sregolati, anche omosessuali – Diffusione dell’identità – Diffusione dell’Identità – Disturbi e incertezze relative all’immagine di sé, agli scopi e alle preferenze interne (incluse quelle sessuali) – Comportamenti sessuali sregolati, Disagio autolesionismo – Ricorrenti minacce o atti autolesivi – Passaggio all’atto Dipendenza – Dipendenza- Dipendenza da sostanze: droga, alcool – Comportamenti devianti

Campo dell’Impulsività – Impulsività non reattiva e reattiva

Il gesto grafico dei pazienti con diagnosi di disturbo di personalità borderline non presenta quegli elementi tipici delle scritture cosiddette impulsive. Tutt’altro. Le scritture esaminate appaiono statiche, lente e passive.

L’impulso in queste scritture non è al servizio dell’azione del soggetto ma appare compresso, in un certo senso, senza parola; carente sul piano della simbolizzazione, senza un obiettivo verso il quale indirizzarsi.

E proprio la difficoltà di simbolizzazione può spiegare il passaggio all’atto, il quale per sua natura non è diretto verso un oggetto preciso ma è gesto inspiegabile anche per il soggetto stesso. Potremmo definirle come scritture che manifestano un’impulsività non reattiva, cioè non agita come risposta ad uno stimolo ma come espressione disperata di un’angoscia indefinibile (v. fig. 1).

E’ presente, invece, ed in maniera diffusa una forte tensione, appunto una scomposta esplosività, forse quale espressione del non senso.

E’ questo vissuto che a mio parere produce la collera incontrollata, l’esplosione aggressiva ed assume piuttosto il significato di un grido di aiuto gettato nel vuoto.

Fig. 1 – Impulsività non reattiva o esplosività –Uomo di 37 anni – Scrittura modello non tenuta, Discendente, Stentata, Pressione spm, Forme semplificate e stereotipate, Scrittura scarsamente personalizzata.

Sono invece rare, nel campione di studio, (10 % del campione totale) le scritture che presentano gli elementi grafologici tipici del gesto impulsivo (v. fig. n. 2)

Fig. 2 – Impulsività reattiva – Uomo, anni 29 – Impaziente, Pressione spm, Contorta, Stentata, Disordinata, Tentennante. Sintesi grafologica del campo dell’Impulsività non reattiva o dell’esplosività:

  • Disordinata spm (*) (di spazio, di andamento, di pressione ed altro)
  • Scrittura modello ma non tenuta
  • Stentata stm, m, spm,
  • Discendente m, spm
  • Pressione spm

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